Descrizione
All’indomani dell’Unità d’Italia, l’Accademia Pontaniana bandì un concorso tra i suoi sodali perché facessero il punto sulle abitudini alimentari del basso popolo napoletano. Probabile obiettivo dell’operazione era l’intenzione di stabilire nuove regole di vita per nuovi sudditi. Ne è risultato invece un intrigante affresco su gusti culinari e esigenze di sostentamento di quei Napoletani che, sotto la dominazione borbonica, consumavano i pasti forzatamente (come del resto buona parte della loro intera esistenza), all’angolo di un vicolo o sul sagrato di una chiesa. Un lavoro oggi dall’aspetto più moraleggiante che scientifico, dal quale questo volume ha potuto prendere le mosse per ulteriori approfondimenti. Ciò che ne è risultato ha indubbio interesse al fine gettare luce su aspetti delle nostre passate tradizioni, di cui la città di Napoli è sempre particolarmente feconda.