Descrizione
Cosa, nel lontano 1927, abbia spinto l’esimio avvocato Vecchione a tracciare – ad uso delle giovani nipoti – un trattato sullo Scopone, non ci è dato sapere. Tanto più che lo stesso autore, in premessa, dichiara di non saper nulla dell’argomento! E allora? Cosa abbiamo per le mani? Semplice: un’irresistibile, irriverente, caustica analisi delle debolezze umane. Di quelle espresse da chi è seduto al tavolo da gioco. Il tutto con un’ironia che rende irresistibile questo “non” saggio sullo Scopone, con buona pace del padre “Chitarrella”. Una raccolta di regole auree in versi, il “Portoreale dello Scopone” pareggerà, infine, i conti…